Come risolvere l'equazione del fashion
Il tradizionale modello di produzione non è più compatibile con l'agilità necessaria per restare competitivi nel settore della moda. Nell'odierno mondo del fashion, la domanda è guidata da un nuovo tipo di consumatore: ultra connesso, consapevole delle problematiche ambientali e sociali e non disposto ad attendere. Questo consumatore, abituato alle possibilità offerte da Internet, vuole esattamente il prodotto che immagina, personalizzato e consegnato istantaneamente. Nonostante queste notevoli aspettative, esige anche che i brand competano sul prezzo.
In che modo le società di moda possono continuare a prosperare in un simile ambiente?
L'agilità è la chiave
L'agilità è diventato un tema caldo in qualsiasi conversazione sulle aziende meglio gestite nel settore del fashion. Dietro a questa parola, si celano tre concetti importanti: velocità, adattabilità e scalabilità. La velocità consente alle aziende di soddisfare le attese dei clienti riguardo a tempi di consegna sempre più stretti, soprattutto della generazione che domina il mercato: i millennial. Adattabilità significa la capacità delle aziende di proporre nuovi prodotti e varianti per tenere desta l'attenzione dei clienti grazie a offerte di tendenza su Instagram. Infine, la scalabilità consente alle aziende di proporre con maggiore frequenza offerte di tendenza e personalizzate in piccoli volumi.
Troppa delocalizzazione
Diciamocelo: il tradizionale modello di sourcing, la delocalizzazione della produzione, non sembra rispondere a queste nuove esigenze. Situati a migliaia di chilometri dal consumatore finale e dalle principali boutique — in Cina, Vietnam, India o Bangladesh — gli impianti di produzione non sono in grado di rispondere ai requisiti di immediatezza, interattività e reattività che sono indispensabili per una produzione agile.
Vince il più veloce
Mentre molti di questi impianti sono diventati esperti nella gestione rapida dei flussi di produzione, ciò non è tuttavia sufficiente per compensare i tempi di spedizione. Il tempo medio di consegna dei prodotti dall'Asia agli Stati Uniti o all'Europa è di trenta giorni. In un ambiente competitivo, dove molti brand del fast fashion rinnovano le offerte in negozio ogni due settimane per catturare l'interesse dei clienti, la spedizione dei prodotti non è praticabile. Il costo intangibile di non essere considerati alla moda è semplicemente troppo alto. A questo si aggiungano i costi tangibili di spedizione e l'ago della bilancia indicherà sempre più la direzione opposta rispetto alla delocalizzazione.
Mettere in discussione i costi effettivi della delocalizzazione è solo un fattore nel ricalcolare la tradizionale equazione qualità-produzione-logistica. Questo equilibrio di fattori utilizzato per valutare le prestazioni complessive delle aziende di fashion deve essere riconsiderato nel contesto del nostro settore digitalmente avanzato. L'uso intelligente e ponderato dell'automazione, della centralizzazione e, naturalmente, dei dati è un ulteriore fattore di successo nell'attuale panorama della moda.